27-28/04/2023 Ro_diario

….la perdita non si trova, pausa pranzo a scuola attorno ad un cous-cous, siesta e lezioni di arabo con il mio caro amico Ton Ton Yoro (il Senegal e la scuola, entrambe laici, prendono il meglio da ogni cultura, di conseguenza qui è sempre festa). La giornata si chiude con una dolcissima cena da Talla con la sua piccola famiglia. Caricato dal Caffè Touba (praticamente un Masala Coffee), speziata scoperta di questo viaggio, la mia passeggiata serale si trasforma in un moderno vernissage con dj set sulla terrazza di Trames, centro culturale tra la stazione e il porto. Location super cool della Dakar da bere . Travolto dai forti contrasti di questo luogo, e forse dai primi colpi dell’età che avanza… sono a letto prima delle 23.

Colazione in pasticceria da Fatah, ultime foto nelle classi, lunghe chiacchierate. A pranzo mi vogliono nella Scuola Elementare e così ho l’opportunità di stare con il resto dello staff. Proviamo l’Ataya di Seydou che si colloca al secondo posto dopo l’inarrivabile Samba. Poi tra la musica  e i balli delle lezioni di Ton Ton Adams, attendiamo l’arrivo di Angelo e Federica, con i quali visitiamo: Garderie (asilo), École (scuola elementare) e cantiere della nuova scuola (che sarà operativa dal prossimo anno scolastico).
Ci soffermiamo poi su MA.DÉ Maison des Étudiant (casa-famiglia per i ragazzi che, terminate le elementari, non avrebbero la possibilità di continuare gli studi) dove abbiamo l’opportunità di scambiare due chiacchiere con alcune delle ospiti di questo innovativo e fondamentale progetto. Per me è una grande emozione rivedere, dopo otto anni, quelle bambine, che ce l’hanno fatta, superando le loro difficoltà quotidiane, e sentire la loro forte determinazione nel continuare gli studi.
La nostra visita termina in baraccopoli, da dove loro arrivano e dove assistiamo al rientro di alcuni dei bambini della garderie i quali, tolto lo zaino e la divisa, tornano a quella dura realtà. Con la mediazione linguistica di Seydou, tra donne e ragazze che seguono le varie fasi (tutte manuali e molto pesanti) di lavorazione del miglio, con le due anziane signore responsabili parliamo: del passato (sono qui, in queste condizioni di vita, da più di 40 anni), dei problemi attuali (temiamo che i cambiamenti climatici stiano già impoverendo la produzione agricola che alimenta questo fragile business) e delle prospettive future di questo luogo e di questa comunità tutta al femminile (qui ci sono solo donne e bambini).
Il timore, in una città che cresce a questi ritmi, in una zona così centrale, è lo spettro, sempre più vicino dello sgombero senza collocazione alternativa.
Ça ira…. Inshallah

À bientôt mes amis

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