24 agosto – campo di lavoro e condivisione Unaltromondo Onlus
24 August 2013
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Per la maggior parte dei nostri volontari oggi era l’ultimo giorno di campo, quindi la giornata ? iniziata in una specie di apnea nella speranza che la sera arrivasse il pi? tardi possibile.
Stamattina siamo andati sull’isola di Gor?e; dopo una lunga fila che ha contribuito ad aumentare il desiderio di arrivare ci siamo imbarcati sul traghetto che ci ha portato sull’isola. I bambini erano tutti eccitati, ? cos? bello poter gustare queste loro prime e nuove emozioni per cose semplici che a tutti noi non fanno pi? effetto.
Arrivati all’isola abbiamo occupato un pezzo di terra sotto a degli alberi giganti tra i quali anche un meraviglioso baobab; i bambini con Samba e i maestri sono andati a visitare la Maison des esclaves (La casa degli schiavi). Dopo pranzo, c’? stato un momento relax in cui le bimbe si sono dedicate alla loro attivit? preferita, fare le treccine, e i bambini hanno fatto qualche tiro a pallone. E poi finalmente mare: l’ultimo bagno di questa loro vacanza, e chiss? quando lo toccheranno di nuovo il mare.
Dopo una lunga e stancante giornata siamo tornati in garderie; mentre le volontarie stavano facendo la valigia c’erano tre delle bimbe appoggiate alla porta della loro stanza che le guardavano, senza dire nulla, ogni tanto sorridevano…
Dopo la cena ? giunto il momento dei saluti; alcune di noi hanno lasciato qualche pensiero alle persone conosciute nel campo, un paio di ciabatte, un cappellino, un k way…un piccolo gesto per far nascere da parte di entrambi grandi sorrisi.
E poi eccoci…ci siamo riunite con i nani in una stanza per dirgli ciao; ? ancora difficile descrivere a parole il momento. Vedere noi volontarie piangere era una cosa che ci saremmo aspettati, anche se comunque ci hanno colpito quei singhiozzi e quei lacrimoni; ma vedere i nanetti cos? ci ha fatto male. Ci guardavano con i loro occhioni giganti pieni di emozioni e alcuni anche di lacrime; aspettavano il loro abbraccio, alcuni a testa bassa, alcuni rifuggendolo, forse per proteggersi da quell’emozione difficile da controllare. Un saluto che avremmo voluto non finisse mai, ai nostri piccoli abbiamo lasciato un pezzo di cuore!
E poi salutare maestri, accompagnatori, personale della garderie, salutare la garderie stessa, salutare Dakar, salutarci tra noi tubab.
Meraviglioso e straziante; difficile dire altro.
Il nostro aereo ? partito; a bientot chers amis!
Stamattina siamo andati sull’isola di Gor?e; dopo una lunga fila che ha contribuito ad aumentare il desiderio di arrivare ci siamo imbarcati sul traghetto che ci ha portato sull’isola. I bambini erano tutti eccitati, ? cos? bello poter gustare queste loro prime e nuove emozioni per cose semplici che a tutti noi non fanno pi? effetto.
Arrivati all’isola abbiamo occupato un pezzo di terra sotto a degli alberi giganti tra i quali anche un meraviglioso baobab; i bambini con Samba e i maestri sono andati a visitare la Maison des esclaves (La casa degli schiavi). Dopo pranzo, c’? stato un momento relax in cui le bimbe si sono dedicate alla loro attivit? preferita, fare le treccine, e i bambini hanno fatto qualche tiro a pallone. E poi finalmente mare: l’ultimo bagno di questa loro vacanza, e chiss? quando lo toccheranno di nuovo il mare.
Dopo una lunga e stancante giornata siamo tornati in garderie; mentre le volontarie stavano facendo la valigia c’erano tre delle bimbe appoggiate alla porta della loro stanza che le guardavano, senza dire nulla, ogni tanto sorridevano…
Dopo la cena ? giunto il momento dei saluti; alcune di noi hanno lasciato qualche pensiero alle persone conosciute nel campo, un paio di ciabatte, un cappellino, un k way…un piccolo gesto per far nascere da parte di entrambi grandi sorrisi.
E poi eccoci…ci siamo riunite con i nani in una stanza per dirgli ciao; ? ancora difficile descrivere a parole il momento. Vedere noi volontarie piangere era una cosa che ci saremmo aspettati, anche se comunque ci hanno colpito quei singhiozzi e quei lacrimoni; ma vedere i nanetti cos? ci ha fatto male. Ci guardavano con i loro occhioni giganti pieni di emozioni e alcuni anche di lacrime; aspettavano il loro abbraccio, alcuni a testa bassa, alcuni rifuggendolo, forse per proteggersi da quell’emozione difficile da controllare. Un saluto che avremmo voluto non finisse mai, ai nostri piccoli abbiamo lasciato un pezzo di cuore!
E poi salutare maestri, accompagnatori, personale della garderie, salutare la garderie stessa, salutare Dakar, salutarci tra noi tubab.
Meraviglioso e straziante; difficile dire altro.
Il nostro aereo ? partito; a bientot chers amis!
Chiara&Elisa
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