Il cuore del Senegal batte e balla in piazza


Strepitoso concerto gratuito di Youssou N’dour ieri a Dakar per salutare la nomina del quarto presidente della Repubblica senegalese, Macky Sall. Dopo 12 anni di dominio di Wade, il paese guarda al futuro

Luned? sera quasi tutta Dakar si ? riversata nella Piazza dell’Obelisco ad assistere al concerto gratuito di Youssou N’dour per festeggiare la proclamazione ufficiale del quarto presidente della Repubblica senegalese Macky Sall, avvenuta nel corso della giornata.

Una marea di gente di tutte le et? ed estrazioni sociali ha riempito la piazza, invaso le stradine limitrofe fino a Colobane e Point E, spingendosi oltre la prima rotonda di Avenue Charles de Gaulle (ribatezzata da tutti Centenaire). Almeno un chilometro di senegalesi in estasi ha accolto con un boato l’arrivo del ?re della musica mbalax? (nonch? grande escluso delle elezioni presidenziali con il suo movimento politico Fekke Ma Ci Bool?, molto determinante per la vittoria di Macky Sall) qualche minuto prima delle 22.00.

Con le prime note tutti si sono scatenati. Impossibile non ballare. A tratti l’impressione era di danzare per aria, la folla gigantesca ondeggiava sospingendo tutti dappertutto. E nella folla c’era di tutto. Tantissimi sventolavano il volantino elettorale di Wade distribuito nei seggi elettorali il 25 marzo scorso per esprimere pubblicamente una volta ancora di avere votato Macky Sall. ? la risposta di massa all’appello-invito pre elettorale di Youssou N’dour, quando aveva promesso l’ingresso gratuito ai suoi concerti a chi avesse esibito quello dell’ex padre padrone del Senegal sconfitto.
Altri agilissimi si sono arrampicati su qualunque cosa, dai tetti delle macchine a quello delle case e boutique, scavalcando qualunque recinzione e muro fino a spingersi in alto sulle enormi impalcature dei riflettori puntati sul palco gigantesco. E l? sopra danzavano, appesi con una mano e un piede solo in bilico, ancheggiando, ruotando il bacino, inarcando tutte le ossa e tutti i muscoli possibili e immaginabili.

Gruppi sparsi di bonne (le domestiche) sgattaiolate di nascosto dalle case dove sono a servizio, ballavano ai margini della folla, coloratissime con i loro vestiti da lavoro sdruciti accanto a dame ingioiellate parate da gran gal?. Giovani e giovanissimi si sfidavano in continue gare all’evoluzione migliore trascinati dall’incalzante ritmo mbalax accanto a tante mamme con i neonati appesi sulla schiena.

Piazza dell’Obelisco, teatro di tutte le manifestazioni che hanno contrassegnato questa lunga e a tratti sanguinosa campagna elettorale si ? trasformata in un immenso cuore pulsante. ?Siete ancora tutti l??? domandava Yousson N’dour alla fine di ogni canzone. E dalla piazza un gigantesco wow (?s?? in wolof).

Molti c’erano anche luned? a mezzogiorno davanti al Palazzo Presidenziale ad assistere al cambio di inquilino. A parte qualche tafferuglio iniziale tra i tanti sostenitori di Macky Sall e uno sparuto gruppo di fedelissimi di Wade, tutto si ? svolto molto velocemente. All’uscita Wade ? stato accolto da un’inevitabile selva di fischi e cori taglienti.

Nessuno pu? sostenere oggi che l’ottantacinquenne Wade, al comando del Senegal da 12 anni, lascia un buon ricordo di s?. Le casse dello stato sono praticamente vuote, mentre i conti correnti intestati a lui e alla sua famiglia sono pieni fino all’orlo, senza considerare il valore di tutte le propriet? immobiliari e i terreni acquistati per pochi spiccioli durante i suoi due mandati presidenziali.

Dai dati resi noti recentemente ? emerso che il budget personale del presidente Wade ha superato negli ultimi anni quello dell’Eliseo in Francia e per tanti senegalesi questo colossale sperpero di soldi, oltre ad essere uno scandalo, ? stato vissuto come un affronto personale, inaccettabile in una situazione economica e sociale dominata da una crisi economica stritolante e il carovita galoppante.

Anche per questo aspetto, Macky Sall ha preferito organizzare la cerimonia di giuramento davanti ai membri della corte costituzionale sotto a una tenda allestita nel giardino dell’albergo King Fah Palace. Un primo atto significativo di discontinuit? con il suo predecessore che 12 anni fa l’aveva organizzata allo stadio Leopold Sedar Senghor davanti a 60 mila senegalesi e una lunga lista di personalit? e funzionari esteri.

Secondo alcune fonti ieri, verso mezzogiorno, il nuovo presidente ha lasciato trapelare una prima lista di ministri con cui intende ?ricostruire la democrazia e rilanciare lo sviluppo del Senegal?. Leggendola, la prima impressione positiva condivisa da tutti ? l’intenzione del nuovo presidente di formare un governo meno ancorato alle logiche ?clientelari? dei 12 partiti politici che l’hanno sostenuto al secondo turno. Ci sono voci di nomina di Jacques Diouf, ex Direttore generale della Fao, a primo ministro, mentre Amadou Kane, responsabile della Bicis, dovrebbe andare al ministero dell’Economia e delle Finanze.

Alle 20.00, Macky Sall pronuncer? il suo primo discorso alla nazione, e oggi in Piazza Indipendenza nel centro di Dakar, si festegger? il cinquantaduesimo anniversario dell’indipendenza dai francesi.
In questi giorni, oltre a riportare le notizie, indiscrezioni e vari gossip del cambio di potere, tutte le pagine dei quotidiani pubblicano appelli delle famiglie di Cheikh Sidaty Man?, Boubacar Diallo, Mamadou Galadio Keita, Cheikh Ciss?, El Hadji e Cheikh Diop, i sei giovani di Colobane arrestati e torturati i giorni successivi il 27 gennaio scorso, accusati di aver ucciso un poliziotto durante la prima manifestazione popolare innescata in risposta alla convalida della candidatura di Wade. Inutile dire che i responsabili di tutti gli altri morti (almeno 8) feriti e arrestati ingiustamente nelle file dei manifestanti sono tuttora impuniti.

Ma c’? un’onda di palpabile ottimismo nell’aria e il cuore di Piazza dell’Obelisco batte ancora. Se poi ci si sofferma a pensare che il 27 gennaio Wade diede l’ordine di caricare la folla in piazza e che il suo ultimo atto come presidente uscente sia stato predisporre il servizio di sicurezza per il concerto di Youssou N’dour per festeggiare la vittoria del suo avversario allora, oltre a battere, il cuore del Senegal scoppia a ridere.

Amadi Sonko – Maurizio Polenghi

(pubblicato su Il Manifesto 4/4/2012)

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