Il petit e il grande bonjour

Arriviamo in Casamance luned? mattina (5/12/2011) dopo quarantacinque minuti sul bimotore che da anni e anni collega andata e ritorno Dakar e Ziguinchor sfidando tutte le statistiche possibili in termini di longevit? strutturale.
In pochi giorni dobbiamo girare per diversi villaggi dove sono attive le campagne di prevenzione alla malaria per valutare insieme i progressi e gli eventuali impedimenti incontrati.
L’ho gi? scritto altre volte ma non posso fare a meno di ripeterlo: a me la Casamance piace tantissimo e appena posso faccio di tutto per viaggiare per questa regione ricca e al tempo stesso povera di tutto.
Purtroppo questa volta tutto il mio piacere ? molto ridimensionato, dato che un mese fa uno dei nostri migliori responsabili del villaggio di Koling si ? ammalato di una imprecisata combinazione di malaria e guai al fegato e nel giro di pochi giorni ? morto lasciando una moglie, due bambini piccolissimi e una famiglia allargata numerosa che manteneva con il suo ridicolo stipendio di 65.000 fcfa (circa 100 euro al mese) di insegnante della scuola media di Koling. Monsieur Tally Ba aveva accompagnato a Dakar a settembre un manipolo di studenti delle medie nella prima colonia estiva che abbiamo organizzato per permettere ai ragazzi di scoprire le meraviglie e le contraddizioni della loro capitale. Inutile dire che l’annuncio della sua morte ha destato costernazione per tutta la gente che l’aveva conosciuto.

Aveva 28 anni appena e trasferito d’urgenza all’ospedale di Kolda ha atteso per ore che un’ambulanza arrivasse da Dakar per trasferirlo in un ospedale pi? attrezzato della capitale. Appena ? arrivata, dopo aver forato un paio di volte sulla lunga e malmessa strada che collega Dakar a Kolda, Tally Ba ? morto.

Con il cuore un po’ a pezzi iniziamo il tour. Prima tappa Diagnon, villaggio natale di Amadi, il responsabile della Garderie Unautremonde che ci aiuta a mantenere i collegamenti anche con tutti responsabili della campagna di prevenzione alla malaria.

Ci rechiamo l? perch? la scorsa settimana ? morto un suo parente…. (la diagnosi in questo caso ? pi? semplice…. si ? fermato il cuore). Appena arrivati Amadi inizia a dispensare i petit boujour, la definizione pi? bella di esprimere le condoglianze a qualcuno che abbia mai sentito. I petit bonjour sono brevi e dolci parole di ricordo scambiate nei cortili aperti delle capanne del villaggio. Per? occorre visitare tanti cortili e i venti minuti previsti da Amadi si trasformano ben presto in una moltiplicazione di svariati venti minuti. Il villaggio ? apparentemente tranquillo. Eppure solo pochi giorni prima dieci ragazzi sono stati massacrati in piena foresta a sette chilometri in linea d’aria da un commando non meglio identificato. Dicono che i dieci (falegnami in cerca di legna) hanno sconfinato in un territorio dove si nascondono ribelli o semplici criminali, il frutto della sanguinosa e strisciante guerra civile che dagli anni ottanta imperversa per la regione della Casamance, smentendo nei fatti i trattati di pace farlocchi siglati da Wade nel 2005.

Poi andiamo a Gonoum, dove la riunione prevista dura a lungo, anche perch? incomincia con un ritardo di tre ore (ma si sa qui il tempo ? molto relativo)… dove Monsieur Tally Ba viene pi? volte citato come un riferimento importante.

Al termine ci trasferiamo a Baghana dove le donne impegnate nella campagna antimalaria, delle vere e proprie cinciallegre festose, riescono a risollevarci il cuore ricordando nel loro stile tutto risate Monsieur Tally Ba.

Il giorno dopo, arriviamo a Koling, il villaggio infilato in un angolo della foresta dove nemmeno Allah riuscirebbe a capire esattamente come arrivarci.
Qui nessuno riesce a farlo e il petit bonjour diventa un grand bonjour per Monsieur Tally Ba. Tutto ? quasi identico all’ultima volta che sono stato qui. Ma in quel quasi c’? tutta l’allegria e l’assoluta incontenibile logorrea di cui era famoso Monsieur Tally Ba.

Riusciamo a prendere accordi su come continuare tutto il progetto e decidiamo di recarci a Sediou, la citt? dove abita tutta la sua famiglia per estendere il grande bonjour. La partenza non ? proprio immediata. Prima c’? il sorteggione fra i presenti per vedere chi riesce ad aggiudicarsi l’imprevista gita fuori porta. Il capo villaggio ? l’unico ad avere il posto assicurato, gli altri iniziano il dibattito. Alla fine la spuntano una donna che cucinava per Monsieur Ba e altri tre amicissimi.

Saltiamo tutti sul pick up con cui siamo arrivati, cinque dentro e cinque fuori nel cassone seduti su una panca di legno incastrata Allah sa come.

Arriviamo a Sediou dopo un’ora abbondante e troviamo subito la casa della famiglia. La moglie e i figli di Monsieur Ba sono andati a stare dalla sua famiglia di origine in Guinea da qualche giorno. Ci accolgono i fratelli, tutti d’aspetto molto simile a Monsieur Tally Ba, tanto che quando vedo Ablay il cuore si ferma e per un attimo (confesso, molto lungo) credo di vedere Monsieur Tally Ba con i baffi.

Si prega in abbondanza e io proprio non riesco a rispondere all’ultimo parente che sostiene che il misericordioso e buon Allah aveva senz’altro un buon motivo per chiamarlo in paradiso, che se le cose stanno davvero cos? Monsieur Tally Ba poteva anche fare a meno di rispondere. Mi rendo subito conto che rischio con il mio dolore di trasformare il grande bonjour in un inutile dibattito religioso fra fedeli e l’infedele blasfemo e mi correggo subito dichiarando che Monsieur Ba forse sta in paradiso perch? Allah aveva bisogno di un responsabile della colonia estiva per le anime dei bambini.

E sempre una dichiarazione avventata ma piace a tutti e terminate le preghiere mangiamo e riprendiamo la strada per Koling dopo aver lasciato dei soldi promettendo di sostenere a futuro i suoi due bambini per tutto il ciclo scolastico, una promessa che far? felice Monsieur Tally Ba, il maestro di Koling, dovunque si trovi adesso….

Lo so, perch? il mio cuore ? pi? leggero.

Per la cronaca appena ripartiti il capo villaggio ci costringe ad una deviazione. Approfitta della gita fuori porta e del pick up gentilmente messo a disposizione per comprare un sacco di cemento e la maxi confezione di the cinese, l’ingrediente principale per fare l’ataia senegalese, la bevanda pi? amata di tutto il paese forse perch? per prepararla a regola d’arte occorre un sacco di tempo, abitualmente spesi in chiacchere interminabili, un aspetto assolutamente non secondario nei villaggi come Koling.
Condividi

Add Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Accetto la Privacy Policy