Una telefonata di notte
Ieri mattina Babacar mi ha inviato una mail dal Senegal con una valutazione del progetto Stop Malaria. In fondo ha aggiunto che il padre di Joe, uno dei responsabili del progetto di Dakar, ? morto il giorno prima.
Il padre di Joe l?ho conosciuto in un viaggio all?interno del Senegal che avevamo organizzato a Giugno. Non mi ricordo come si chiama.
A ripensarci mi vengono in mente un cortile di una casa a Kaolack in un giorno dove il caldo c?aveva cotto la testa, un vecchio signore vestito con una bizzarra tenuta, un incrocio fra un pigiama da lungodegente d?ospedale e un vestito tradizionale senegalese, che cogliendo i nostri visi pallidi stravolti dal sole ci offr? un paio di seggiole e una bottiglia d?acqua fresca.
Mi ricordo che ci guardava con curiosit? e con un po? di ironia. Di punto in bianco ci chiese notizie del figlio per rompere il silenzio e poi ci chiese, con una cortesia esagerata notizie di noi e dell?Italia.
Quando ad Ottobre ero ritornato in Senegal, Joe mi aveva ?portato? i suoi saluti informandomi che durante il mese di settembre non era stato molto bene ma che ora si era ristabilito.
Ieri notte ho chiamato Joe.
Una telefonata piuttosto impacciata. Ad un certo punto gli chiedo se le condizioni di salute del padre erano ultimamente peggiorate e lui mi spiega che al contrario nell?ultimo mese sembrava stare pi? in forma del solito.
Per farla breve, scopro che Joe non sa perch? suo padre ? morto. Da un momento all?altro ? morto, seduto nel cortile di casa.
Poi Joe mi passa sua madre, che parla solo woloff, ? il livello di impacciaggine sale precipitosamente.
Non sapere perch? si muore.
Se ci ripenso mi nasce una gran rabbia dal cuore.
Mi sembra un?ingiustizia inutile, che si aggiunge alla fine di tante ingiustizie inutili che il padre di Joe e di tutta la gente vivono abitualmente in Africa, il continente alla Top Ten delle ingiustizie inutili.
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